Edificata dall'architetto romano Ferdinando Fuga per la famiglia Beretta ed acquistata in seguito dal principe di Aci e di Campofiorito, Stefano Reggio Gravina, generale delle armi di Carlo di Borbone, nel 1768 era stata già ultimata, poiché fu dato un sontuoso ricevimento, in onore di Maria Carolina d'Austria, andata in sposa a Ferdinando IV. Alla morte del principe di Aci, la villa passò, per volere testamentario del principe, al Sovrano il quale vi trasferì l'Accademia degli ufficiali di Marina.
Nel 1799 la villa fu restaurata: si rifecero le decorazioni di alcuni interni, si ampliò il parco con l'acquisto della casina dei Zezza a mare e si costruì l'approdo per raggiungerla più facilmente e qui Ferdinando sbarcò il 27 giugno 1802 dopo la riconquista del regno ad opera del Cardinale Ruffo. Da Ferdinando la villa passò al suo secondogenito, Leopoldo, principe di Salerno, il quale per abbellirla ed ampliarla fece costruire nel parco, dall'architetto Pietro Bianchi, un edificio per gli ospiti, nuove scuderie, locali di deposito e volle arricchire il giardino di giochi e divertimenti che nei giorni di festa apriva ai suoi sudditi. Orchestrine, caroselli, bande militari e balancoires a foggia di cavallo, di barca, di sedia, montagne russe offrivano ampia scelta a chi voleva divertirsi.
Nel 1815 morto Leopoldo la villa andò a Ferdinando II e fu incaricato Enrico Alvino di un nuovo restauro. Nel 1879 la villa ospitò Pascià Kedivè d'Egitto, famoso per l'apertura del canale di Suez e per lui furono decorati "alla turca" alcuni ambienti del piano terra. Poi la villa ritornò al Demanio che la vendette alla principessa di Santobuono ma le ingenti spese per la manutenzione la costrinsero a rivenderla al Demanio. Fu venduto ad un privato il parco a valle della strada e la Casina Zezza (nota come Casina dei Mosaici video). Da residenza reale ad abitazione delle famiglie dei militari, poi convitto-orfanotrofio dei Salesiani, oggi ospita la scuola di polizia penitenziaria, ma si è recuperato il parco a mare e la casina Zezza.
Il parco della villa ha una grande estensione e un'idea esatta della sua articolazione ci è data dalle due incisioni di F. Sicuro e dalla pianta rilevata dal Marchese. Dalla scala partiva un lungo viale che attraversava tutta l'estensione del parco tra siepi di bosso, aiuole fiorite e alberature per giungere al piccolo molo sul mare con due corpi simmetrici, ai quali si accedeva da scale esterne ai lati del cancello: banchina di sosta nell'attesa dell'imbarco. Le aree adiacenti l'edificio erano coltivate a fruttiere ed aranciere disposte a filari regolari.
In asse con i due ingressi del palazzo vi erano due passaggi coperti da pergolati attraversati da un altro camminamento e si incrociavano in padiglioni circolari. Vi erano poi ampi spazi coltivati a vigneto con filari paralleli ed altri con schema irregolare, interrotti da due piccoli parterres. Oggi a noi resta parte della sistemazione del 1823, quando il bosco fu arricchito da chiostri, da una pagoda cinese e da una peschiera, circondata da alti pini marittimi.
Aperto al pubblico solo il Parco inferiore di Villa Favorita (detto anche Parco sul mare) sito in via Gabriele d'Annunzio 36, accessibile a tutti dalle 9 alle 13.30 e dalle 16 alle 20. E' possibile visitare la Casina dei Mosaici presente all'interno del Parco + Villa Campolieto SOLO SU PRENOTAZIONE per gruppi di min. 20 persone con visita guidata prenotabile fino ad una settimana prima
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