L'ampia cava tufacea, realizzata per l'estrazione del tufo almeno cinque secoli fa ed utilizzata come deposito di ossa umane, a partire dal 1656 - quando in città imperversava una terribile pestilenza -, è ubicata presso la località delle ‘fontanelle’. Non si tratta quindi di un cimitero ma di un ossario, caduto in disuso nel corso del '700 ma recuperato nel 1872 quando monsignor Gaetano Barbati, uomo di fiducia dell'allora cardinale Sisto Riario Sforza, decise di sistemare i numerosi resti umani che giacevano abbandonati da alcuni secoli. Con questo atto fu rilanciato il culto del Purgatorio almeno a Napoli, in un momento in cui la Chiesa sembrava in difficoltà, per l'annessione di Roma al Regno d'Italia. Durante i lavori, decisi per rendere più fruibile il sito, furono sistemate la chiesetta rupestre, collocate tre grandi croci a ricordo del Calvario ed efettuati altri piccoli intrventi, a decoro di una fede popolare che, nelle figure di fratello Pasuale, di donna Concetta e soprattutto del Capitano - figura amata e temuta dal popolo - rappresentò, almeno fino al 1980, ua forma di Pietas, molto sentita.
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