La contessa Angelica Drosso Picchianti di Venezia e il fiorentino Giuseppe Picchianti, formarono una collezione di antichità egiziane tra il 1814 ed il 1825, durante la cosiddetta "età dei consoli”, quando diplomatici, viaggiatori e mercanti fanno a gara nel raccogliere oggetti antichi da rivendere sul mercato antiquario.
La raccolta giunse nel 1825 a Livorno, dove forse fu esaminata da Jean-François Champollion in persona ed entrò a far parte del Museo Borbonico tra il 1827 ed il 1828.
La collezione Picchianti è una importante testimonianza della tradizione antiquaria degli inizi del XIX secolo e riflette il gusto romantico tipicamente ottocentesco per l’esotico e il macabro. Comprende oggetti funerari, ma anche oggetti di uso quotidiano – assenti nelle collezioni dei secoli precedenti – posti nelle tombe come corredo: vasellame per cibo e cosmetici, specchi, sandali.
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