Il centro storico di Napoli è il più vasto d’Europa ed è sotto la tutela dell’Unesco come patrimonio dell’umanità. Comprende ben quattordici quartieri, ma essenzialmente quelli che costituiscono il centro antico ne sono sei: San Giuseppe,Porto,San Lorenzo, Pendino, Mercato e Vicaria.
E’ un vero e proprio museo a cielo aperto dove è possibile incontrare testimonianze di stili diversi partendo dai resti archeologici che risalgono all’ antica Grecia fino ad arrivare ai palazzi nobiliari che si contraddistinguono per le loro caratteristiche tipiche dell’architettura rinascimentale e barocca napoletana.
Il centro antico viene comunemente chiamato “ Decumani “, termine che deriva dal tipo di impianto urbanistico con pianta a scacchiera che i greci diedero a Napoli nel V Secolo. L’impianto, rimasto tuttora invariato, è attraversato da tre strade principali chiamate plateiai dai greci,poi decumani dai romani, che scorrono parallele l’una all’altra e attraversano la città da Est a Ovest rispetto alla costa,intersecate da decine di stradine dette cardini .
Il decumano superiore che , detto comunemente Via Anticaglia, va da Via Sapienza a Via Duomo accoglie i resti dell’antico teatro romano di Neapolis dove amava esibirsi Nerone. Il decumano centrale , oggi Via Tribunali, più largo rispetto agli altri due , ospitava in epoca greca l’agorà e in epoca romana il foro all’altezza dell’attuale Piazza San Gaetano. Oggi accoglie i resti del mercato greco negli scavi del complesso di San Lorenzo Maggiore, i cunicoli della Napoli Sotterranea. Il decumano inferiore, meglio conosciuto come Spaccanapoli, attraversa la città da Piazza del Gesù Nuovo a Via San Biagio dei Librai fino a Via Duomo.
Ai cardini romani oggi corrispondono i pittoreschi vicoli di Napoli. In Via San Gregorio Armeno si concentrano le affollatissime botteghe di pastori; l’artigianato presepiale attira turisti da tutto il mondo.
Lungo i decumani sono sorti i più imponenti edifici di culto come:
-la Chiesa del Gesù Nuovo che si contraddistingue per la sua facciata a bugnato di diamante. Si tratta dell’ex Palazzo Sanseverino edificato nel 1470 da Novello di S.Lucano. Venne acquistata dai Gesuiti e consacrata nel 1601, venne trasformata da Cosimo Fanzago secondo i canoni dell’architettura barocca. La facciata in piperno è caratterizzata da bugne,piccole piramidi aggettanti verso l’esterno,tradizionalmente usati dal Rinascimento Veneto e poco conosciute nel Sud d’Italia dove in origine sono stati interpretati come messaggi massonici, ma più recentemente considerati come una vera e propria partitura musicale;
-la Basilica di Santa Chiara, con l’annesso complesso monastico e il Chiostro maiolicato, fu edificata in stile gotico per volere di Roberto d’Angio e sua moglie Sancha d’Aragona. I bombardamenti del 1943 la distrussero e venne restaurata nel dopoguerra secondo le originarie forme gotiche. La facciata esterna è costituita da un pronao a tre arcate ogivali, da un grande rosone e da un simbolico occhio. L’interno presenta nove cappelle laterali senza transetto e una copertura a capriate lignee. Sull’altare c’è il maestoso Sepolcro di Roberto d’Angiò opera dei fiorentini Giovanni e Pacio Bertini. Al lato destro le tombe di Carlo duca di Calabria e della seconda moglie Maria di Valois, opera del senese Tino da Camaino;
-la Chiesa di San Domenico Maggiore,risalente al regno di Carlo II d’Angiò, fu eretta tra il 1283 e 1324 in forme gotiche dai Domenicani che ne fecero la casa maggiore dell’Ordine nel Regno di Napoli. L’interno, a croce latina con tre navate, è stato rimaneggiato in forme neo-gotiche alla fine del XIX SECOLO. Nel Cappellone del Crocifisso, sull’altare maggiore , il crocifisso su tavola che secondo la tradizione parlò a San Tommaso d’Aquino.
-la Basilica di San Paolo Maggiore, in Piazza San Gaetano, venne eretta tra l’VIII e IX secolo per celebrare la vittoria dei saraceni. Sorge nell’area dell’antica agorà greca e precisamente sui resti del Tempio dei Dioscuri, del quale restano due colonne corinzie e i relativi architravi sporgenti dalla facciata;
-la Basilica di San Lorenzo Maggiore, in Piazza San Gaetano, edificata nel XIII secolo. Ha un’abside considerata unica nel suo genere perché presenta un prezioso deambulatorio, delimitato da una serie di cappelle disposte a raggiera. Qui nel 1346 dimorò Francesco Petrarca e Giovanni Boccaccio ambientò l’incontro con l’amata Fiammetta.
-la Basilica dei Gerolomini ,sita in Via Duomo, è tra i più grandi edifici di culto della città. Fa parte di un prestigioso complesso monumentale e comprende una Biblioteca, una Quadreria , l’Oratorio dell’Assunta, la Cappella dei Dotti e la Cappella dei Bambini;
-Il Duomo di Santa Maria Assunta è tra le maggiori basiliche della città, eretta a partire dal 1294 per volontà del re Carlo II d’Angiò e dell’arcivescovo Filippo Minutolo, che si avvalsero dell’architetto Masuccio. I lavori iniziarono sul sito di preesistenti edifici religiosi, alcuni dei quali vennero distrutti e altri conservati e inglobati nella struttura gotica. La facciata originaria è stata più volte rimaneggiata. All’interno del Duomo c’è la Reale Cappella del Tesoro di San Gennaro che non appartiene alla curia vescovile, ma alla città. E’ ricchissima sia di testimonianze artistiche che di preziosi ex voto che ne rendono il patrimonio comparabile solo a quello della Corona d’Inghilterra.
Nel centro antico possono, inoltre, ammirare quattro guglie di eccezionale valore storico e simbolico,ispirate nella struttura alle coeve macchine da festa di gusto barocco:
-la Guglia di San Gennaro, in piazza Riario Sforza, voluta nel 1636 dalla Deputazione del Tesoro di San Gennaro come ringraziamento per lo scampato pericolo nell’eruzione del Vesuvio del 1631;
-la Guglia dell’Immacolata, in Piazza del Gesù Nuovo,commissionata dai Gesuiti nel XVIII secolo a Giuseppe Genoino e realizzata grazie ad una colletta pubblica;
-la Guglia di San Domenico, nell’omonima piazza, commissionata nel 1656 dai domenicani a Cosimo Fanzago e completata nel 1737 da Domenico Antonio Vaccaro;
-la Guglia di Santa Maria di Portosalvo, sull’attuale via Marina, venne innalzata dopo che il cardinale Fabrizio Ruffo aveva determinato la fine della Repubblica partenopea del 1799, riconquistando ai Borbone il loro Regno.
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